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martedì 25 febbraio 2014

Come fare una cioccolata in tazza più buona del ciobar!

Lo scorso natale ficcanasando tra le bancarelle di san gregorio armeno ho trovato un libro di pasticceria napoletana ; mi ha colpito subito perche sfogliandolo mi sono accorta che gli ingredienti erano semplici e controllando le ricette principali mi ritrovavo con dosi ed ingredienti. Cosi l ho comprato , ed accantonato fino ad oggi.
Tra le creme, quella al cioccolato si presentava perfetta come tester sia perche mi sento malconcia e senza troppe forze sia perchè non ho molti ingredienti a casa ...quindi vada per quella:
-250ml d latte
-50gr di zucchero
-25gr di cacao
-12gr di frumina o amido

Mischiate zucchero, cacao e amido  in una ciotola per evitare si formino grumi; mettete in un colino e setacciate sul latte che avrete messo su fuoco lento. Continuate a mescolare fino a che non sarà rassodato.
Lasciate riposare un minuto, quindi se volete mettwre una noce di burro.
Il risultato è una cioccolata in tazza densa e gustosa , dal
Sapore ben bilanciato.

domenica 9 febbraio 2014

i miei macarones!

Per fare i macarones ci sono due modi principali : il primo, quello che segue Montersino, è utilizzando la meringa francese. Il secondo, quello che segue Iginio Massari, è utilizzando la meringa italiana.
Al mio primo tentativo ho utilizzato la ricetta di Luca montersino perchè mi sembrava più semplice:
qui il video per chi volesse seguirlo, non prestate attenzione a quella papera che parla a vanvera di fianco a lui -.-'
Nella mia versione però ho evitato di usare la farina come dice invece lui, perchè mi sembrava un poco strano...
Comunque questo è il mio macaron, senza ganache:

Per essere il primo tentativo sono molto soddisfatta, temevo di dover buttar via tutto come dicono in molti : )
la prossima volta che mi cimento però voglio provare la ricetta di Iginio con la meringa italiana- mi sembra un po piu complicata perchè bisogna utilizzare il termometro per arrivare a 113 gradi e macaronar
e per rendere poi lucidi i macarones.

Il Peccato di Parthenope


Ispirati dalla leggenda di Partenope e dall'amore per le proprie origini, i due fratelli Bellavia si sono messi anima e core alla ricerca di quella ricetta perduta nella notte dei tempi che fece capitolare la Sirena più famosa di Napoli. Il Sebeto - antichissimo fiume di Napoli - preparò con l'aiuto dei suoi affluenti Miano, Sanità, Rubeolo e Arenella un dolce fatto di vino, amarene, uova e farina che fece capitolare la sirena. 

Poco si sa della leggenda della Sirena, o meglio si conoscono tantissime leggende: vuoi suicida per non esser riuscita ad incantare Ulisse, vuoi morta annegata.. Sta povera Partenope sono millenni che se ne sente dire di cotte e di crude sul suo conto : cattiverie su cattiverie, gettate da chi venuto a conoscenza del suo mondo ne è stato geloso fin da subito : del suo irresistibile fascino , della sua leggendaria bellezza, della sua impareggiabile simpatia ma soprattutto della giovialità e della tenacia.

E come Partenope, così quelli che da lei discendono si trovano attori inconsapevoli di una tragedia antica dettata dalle leggi di Sofocle ed Eschilo in cui le colpe dei padri cadono sui figli; e così giorno dopo giorno  si ripropone lo scempio, mentre loro impassibili attendono come Prometeo le aquile a fiondare sui loro corpi inermi  che vengono a storpiarli, a deriderli, a schernirli. Ed è una condanna eterna, che non finirà mai. 

 « Parthenope non è morta, Parthenope non ha tomba, 
Ella vive, splendida giovane e bella, da cinquemila anni;
 corre sui poggi, sulla spiaggia. 
E’ lei che rende la nostra città ebbra di luce e folle di colori, 
è lei che fa brillare le stelle nelle notti serene (...) 
è lei che fa contorcere di passione, 
languire ed impallidire d’amore la città. 
Parthenope, la vergine, la donna, 
non muore, non muore,
 non ha tomba, è immortale
 ...è l’amore. »

Matilde Serao